Convegno "Prevenire la corruzione tra norma e cultura"
Il 19
novembre 2018 si è svolto a Caserta il Convegno "Prevenire la corruzione
tra norma e cultura" organizzato dall'Azienda Ospedaliera di
Sant'Anna e San Sebastiano.
Il
Convegno ha rappresentato l'occasione per presentare l'aggiornamento del Piano
Anticorruzione dell'Azienda e discutere della prevenzione della corruzione con
esperti del tema e rappresentanti delle istituzioni tra i quali il presidente
dell'ANAC Raffaele Cantone.
Maria Scinicariello, presidente di Prospetti, in qualità di esperta del tema e
professionista che ha supportato l'Azienda, nel suo intervento ha posto
l'accento sulla rilevanza della presa in esame delle variabili culturali e del
coinvolgimento degli stakeholder quali presupposti per la formulazione di
strategie di prevenzione della corruzione efficaci.
Tale convinzione parte dall'assunto che la corruzione non è solo un
problema di scelta razionale, di valutazione costi benefici che può mettere in
atto un singolo individuo in accordo con altri, ma può essere un problema di
azione collettiva: anche se un soggetto è convinto della bontà e opportunità di
agire in maniera integra e condivide che il contrasto alla corruzione sia una
cosa giusta, non si astiene dall’assumere comportamenti corruttivi in quanto
crede e si aspetta che anche gli altri si comportino in maniera corrotta. In
questo caso, il contesto nel quale agiscono i soggetti è un contesto nel quale
cultura della corruzione prevale.
La cultura, ovvero l’insieme di norme sociali,
valori, attitudini e orientamenti, influenza le motivazioni intrinsiche alla
base dei comportamenti corruttivi di ognuno e questo background culturale può
oscillare tra una cultura della legalità e una cultura della corruzione: capire
e tener conto della cultura nella quale agiscono gli individui è fondamentale
per mettere in atto azioni efficaci e tarare le modalità e gli interventi
anticorruttivi.
Ne emerge l’esigenza per le politiche di
anticorruzione di affiancare a meccanismi formali di controllo (monitoraggi
formali, sanzioni, pene) meccanismi in grado di rendere il sistema di
anticorruzione credibile e condiviso, meccanismi che riducono la distanza tra
le “norme informali” (ossia quelle tacite, non scritte ma in grado di influire
sulla creazione di aspettative di comportamento reciproche) e le norme formali.
Il coinvolgimento degli stakeholder è uno di questi meccanismi. Attraverso il
coinvolgimento degli stakeholder si favorisce e si attiva la consapevolezza, la
partecipazione e la responsabilizzazione di tutti nella costruzione di una
amministrazione e di un contesto senza corruzione.
Come tutte queste riflessioni si sono tradotte
operativamente nell’AO di Caserta?
Nel percorso avviato dall’Azienda l’analisi del
contesto è servita a creare consapevolezza e a dare sistematicità – anche
attraverso la lettura dei dati – delle fonti di rischio a cui si è esposti,
fornendo uno strumento di alert e di attenzione nella lettura e analisi dei
rischi nei vari processi. Nel PTPC dell’Azienda è riportato che:
“L’analisi dei dati consente di delineare
un quadro caratterizzato da una forte domanda di prestazioni del servizio
sanitario regionale, determinata dalla numerosità della popolazione, dalla
significativa presenza di persone affette da malattie e da condizioni
economiche sfavorevoli (le quali riducono la possibilità di rivolgersi al
settore privato). L’eventuale inadeguatezza dell’offerta potrebbe esporre le
strutture sanitarie presenti sul territorio al rischio di comportamenti
corruttivi o non etici perpetrati da soggetti interessati a conseguire un
vantaggio personale dallo sfruttamento di tali criticità.”
Pertanto, l’analisi del contesto ha messo in evidenza che la gestione dei posti letti, la gestione dei farmaci, la gestione delle liste d’attesa sono aree assolutamente critiche da gestire. questo ha guidato l'Azienda nella identificazione delle aree nelle quali agire in via prioritaria e sulle quali concentrare gli sforzi. L’ analisi dei dati di contesto e, in particolare la presa in esame del Rapporto ISTAT sul benessere equo e sostenibile, ha messo in evidenza, inoltre, come la Regione Campania si posizioni rispetto ad una una serie indici – condizioni economiche, reddito e disuguaglianza, salute, qualità dei servizi – al di sotto sia della media nazionale che a quella sperimentata dalle altre aree del Mezzogiorno. Con riferimento specifico all’indice delle relazioni sociali dall'analisi si evince che:
“L’Azienda Ospedaliera opera in una Regione nella quale la fiducia riposta dai cittadini in generale “verso l’altro” – elemento basilare per la costruzione e il rafforzamento della cultura della legalità – è ancor più bassa della media nazionale. In base alle risultanze delle indagini condotte dall’ISTAT il 77,8% della popolazione interrogata in Campania crede che rispetto agli “altri” bisogna stare molto attenti mentre solo il 20,1% degli interrogati ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia.”
Da ciò emerge la necessità per l’AO di Caserta di mettere in campo azioni e strumenti a sostegno della generazione di fiducia generalizzata. In questo senso, un primo passo è stato fatto attraverso un approccio alla formulazione della strategia di prevenzione della corruzione basato sulla partecipazione interna che ha visto il coinvolgimento della dirigenza e dei dipendenti nell’analisi del rischio corruttivo, nella valutazione della probabilità dell’impatto e nella progettazione di misure e strumenti di risposta al rischio adeguati e attuabili. Un secondo passo, è stato compiuto dall’AO di Caserta coinvolgendo alcune categorie di stakeholder nella condivisione dell’analisi del rischio e delle misure identificare, al fine di renderli partecipi del miglioramento del piano di prevenzione della corruzione con un contributo attivo. Nello specifico, sono stati invitati ad un incontro 21 soggetti dell’associazionismo locale, di questi hanno preso parte all’incontro 5 associazioni che hanno fornito suggerimenti e richieste per migliorare il funzionamento e la trasparenza di alcune attività. Questa azione di coinvolgimento dei soggetti esterni all'Azienda, evidenzia che coinvolgere crea valore, al tempo stesso però, ci racconta di un territorio in cui va fatto molto al fine di rendere gli stakeholder partecipi, perché è attraverso loro e con loro che si può ricostruire la fiducia.